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Reddito di Cittadinanza 2023 requisiti
Il Reddito di Cittadinanza, inserito nella Legge di Bilancio 2019, è stato introdotto dal Decreto legge 4/2019, convertito con modifiche dalla legge n. 4/2019, pubblicata in Gazzetta Ufficiale (Legge 28 marzo 2019, n. 26), è uno strumento di sostegno economico, rivolto alle famiglie in difficoltà con un reddito inferiore alla soglia di povertà alle quali verrà data una somma ad integrazione del reddito percepito fino 780 euro a persona.
Per i pensionati di età pari o superiore a 67 anni che percepiscono una pensione minima, verrà erogata un’integrazione alla loro pensione e in questo caso assume la denominazione di Pensione di cittadinanza. La pensione di cittadinanza, viene concessa se il nucleo familiare è composto esclusivamente da uno o più componenti di età pari o superiore a 67 anni, o nel caso in cui, convivano esclusivamente con una o più persone di età inferiore in condizione di disabilità grave o di non autosufficienza.
Il Reddito di Cittadinanza viene erogato per 18 mensilità rinnovabili se permangono i requisiti, viene erogato tramite tessera elettronica.
La Legge di Bilancio 2023 (legge n. 197/2022), dispone che dal 1° gennaio 2023 al 31 dicembre 2023, la misura del reddito di cittadinanza è riconosciuta nel limite massimo di 7 mensilità. Ciò ad eccezione dei nuclei familiari al cui interno vi siano persone con disabilità, minorenni o persone con almeno sessant'anni di età.
A decorrere dal primo gennaio 2023, i soggetti beneficiari devono essere inseriti, per un periodo di sei mesi, in un corso di formazione o di riqualificazione professionale. In caso di mancata frequenza del programma assegnato, il nucleo familiare del beneficiario del reddito di cittadinanza decade dal diritto alla prestazione. Le Regioni inseriranno in un elenco regionale, tutti i soggetti beneficiari che non rispettano l'obbligo di frequenza, l'elenco sarà trasmesso all'ANPAL.
I beneficiari del reddito di cittadinanza che appartengono alla fascia di età compresa tra 18 e 29 anni che non hanno adempiuto all'obbligo di istruzione, a decorrere dal 1° gennaio 2023, per aver diritto al reddito di cittadinanza, devono procedere  all'iscrizione e alla frequenza di percorsi di istruzione degli adulti di primo livello, o comunque funzionali all'adempimento del predetto obbligo di istruzione.
Il Ministero dell'istruzione e del merito e il Ministero del lavoro e delle politiche sociali con apposito protocollo, individueranno azioni volte a facilitare le iscrizioni ai percorsi di istruzione erogati dai centri provinciali per l'istruzione degli adulti e, comunque, per l'efficace attuazione delle disposizioni.
I componenti del nucleo familiare maggiorenni, non occupati e che non frequentano un regolare corso di studi per ricevere il Reddito di cittadinanza, devono rilasciare la dichiarazione d'immediata disponibilità al lavoro e sottoscrivere il patto per il lavoro con l’adesione ad un percorso personalizzato di accompagnamento all’inserimento lavorativo e all’inclusione sociale che può prevedere:
  • attività di servizio alla comunità;
  • riqualificazione professionale;
  • completamento degli studi;
  • nonché altri impegni finalizzati all’inserimento nel mercato del lavoro e all’inclusione sociale.
Sono considerati disoccupati i lavoratori a basso reddito, ovvero i dipendenti con redditi da lavoro inferiori a € 8.145 e i lavoratori autonomi con redditi inferiori € 5.500. Sono esclusi dalla dichiarazione di disponibilità e a sottoscrivere il patto per il lavoro:
  • i beneficiari della Pensione di cittadinanza;
  • i beneficiari del Reddito di cittadinanza pensionati o comunque di età pari o superiore a 65 anni;
  • i componenti con disabilità.
Possono essere esonerati in occasione della convocazione da parte dei Centri per l’impiego, anche i componenti con carichi di cura legati alla presenza di soggetti minori di tre anni di età o di componenti del nucleo familiare con disabilità grave o non autosufficienti, ovvero, i frequentanti corsi di formazione e gli occupati a basso reddito, ovvero, i dipendenti con redditi da lavoro inferiori a €8.145 e i lavoratori autonomi con redditi inferiori € 5.500.
I Centri per l’Impiego, entro 30 giorni dal riconoscimento del Reddito di cittadinanza, convocano i beneficiari per stipulare il Patto per il lavoro, se nella famiglia almeno uno tra i componenti soggetti alle “condizionalità“ sia in possesso di almeno uno tra questi requisiti:
  • assenza di occupazione da non più di due anni;
  • beneficiario della NASpI ovvero di altro ammortizzatore sociale per la disoccupazione involontaria o che ne abbia terminato la fruizione da non più di un anno;
  • avente sottoscritto negli ultimi due anni un Patto di servizio in corso di validità presso i Centri per l’Impiego;
  • a condizione che non abbiano sottoscritto un progetto personalizzato per il REI.
In tutti gli altri casi, i beneficiari saranno convocati dai servizi dei Comuni competenti per il contrasto alla povertà, per stipulare il patto per l’inclusione sociale.
Con la sottoscrizione del Patto per il lavoro,  il beneficiario si impegna ad accettare almeno una offerte di lavoro congrua.
La congruità dell’offerta di lavoro viene definita sulla base di tre principi (art. 25 del decreto legislativo 150/2015):
  1. coerenza tra l’offerta di lavoro e le esperienze e competenze maturate;
  2. distanza del luogo di lavoro dal domicilio e tempi di trasferimento mediante mezzi di trasporto pubblico;
  3. durata dello stato di disoccupazione.
La ricerca attiva del lavoro, è verificata presso il centro per l’impiego in presenza con frequenza almeno mensile; in caso di mancata presentazione senza comprovato giustificato motivo si applica la decadenza dal beneficio.
Nell’ambito dei progetti utili alla collettività, i comuni sono tenuti ad impiegare almeno un terzo dei percettori di Rdc residenti. Lo svolgimento di tali attività da parte dei percettori di Rdc è a titolo gratuito. La prestazione non è assimilabile a lavoro subordinato o parasubordinato e non comporta, comunque, l’instaurazione di un rapporto di pubblico impiego con le amministrazioni pubbliche
Nel caso in cui il bisogno sia complesso, i servizi dei Comuni competenti per il contrasto alla povertà procedono ad una valutazione multidimensionale del nucleo familiare al fine di avviare il percorso di attivazione sociale e lavorativa coinvolgendo, oltre ai servizi per l’impiego, altri enti territoriali competenti. La valutazione multidimensionale è composta da un’analisi preliminare e da un quadro di analisi approfondito che mettono in luce bisogni e punti di forza della famiglia al fine di condividere con la famiglia gli interventi e gli impegni necessari a garantire il percorso di fuoriuscita dalla povertà che verranno sottoscritti con il Patto per l’inclusione sociale.
Per effetto della Legge di Bilancio 2023 (legge n. 197/2022), il reddito di cittadinanza sarà abrogato il 1° gennaio 2024.
Requisiti per accedere al reddito di cittadinanza
Per avere diritto al reddito di cittadinanza bisogna possedere i seguenti reguisiti:
  • essere in possesso della cittadinanza italiana, oppure cittadini di uno Stato membro UE. È riconosciuto anche agli stranieri in possesso di regolare permesso di soggiorno;
  • essere residenti in Italia, in via continuativa, da almeno 10 anni;
  • avere un Isee inferiore a 9.360 euro;
  • avere un patrimonio immobiliare (nel quale non è compresa la casa d’abitazione) inferiore a 30.000 ;
  • avere un patrimonio mobiliare inferiore a 6.000. Questo limite è innalzato di 2.000€ per ogni componente familiare successivo al primo (fino ad un massimo di 10.000€). Vi è poi un incremento di 1.000 per ogni figlio successivo al primo, e di 5.000
    in caso di presenza di una persona con disabilità nel nucleo familiare;
  • avere un reddito familiare non superiore a 6.000€ (questa soglia è aumentata a 9.360€ qualora il nucleo familiare sia in affitto).

    • Non hanno diritto al reddito di cittadinanza:
  • i nuclei familiari dove un componente sia in possesso di auto o moto immatricolati nei 6 mesi precedenti alla richiesta dell’Rdc, nonché di auto di cilindrata superiore ai 1.600 cc e moto di cilindrata superiore  ai 250 cc immatricolati negli ultimi 2 anni;
  • i nuclei familiari dove un componente sia in possesso di navi e imbarcazioni da diporto;
  • i soggetti che si trovano in stato detentivo per tutta la durata della pena;
  • i nuclei familiari dove uno dei componenti risulta essersi dimesso dal lavoro nei 12 mesi antecedenti al momento della domanda (ad eccezione delle dimissioni per giusta causa).

Esempi di calcolo del beneficio:
  • Una persona che vive da sola avrà fino a 780 al mese di RdC: fino a 500 euro come integrazione al reddito più 280 euro di contributo per  l’affitto (oppure 150 euro di contributo per il mutuo);
  • Una  famiglia composta da 2 adulti e 2 figli minorenni avrà fino a 1.180  euro al mese di RdC: fino a 900 euro mensili come integrazione al  reddito più 280 euro di contributo per l’affitto (oppure 150 euro di  contributo per il mutuo);
  • Una famiglia composta da 2 adulti, 1 figlio maggiorenne e 1 figlio minorenne avrà fino a 1.280 euro al mese di RdC: fino a 1.000 euro mensili come  integrazione al reddito più 280 euro al mese di contributo per l’affitto (oppure 150 euro di contributo per il mutuo);
  • Una famiglia composta da 2 adulti, 1 figlio maggiorenne e 2 figli minorenni  avrà fino a 1.330 euro al mese di RdC: fino a 1.050 euro come integrazione al reddito più 280 euro di contributo per l’affitto (oppure  150 euro di contributo per il mutuo).
Dal 1 Gennaio 2023 la quota dell'assegno destinata all'affitto sarà pagata direttamente ai proprietari dell’immobile risultante dal contratto di locazione. Il beneficiario comunica all’ente erogatore i dati del locatore. Il contributo per l’affitto è imputato dal locatore al pagamento parziale o totale del canone.

Pensione di cittadinanza cos'è
Il beneficio assume la denominazione di Pensione di cittadinanza se il nucleo familiare è composto esclusivamente da uno o più componenti di età pari o superiore a 67 anni. Può essere concesso anche nei casi in  cui il componente o i componenti del nucleo familiare di età pari o  superiore a 67 anni convivano esclusivamente con una o più persone di età inferiore, in condizione di disabilità grave o di non autosufficienza, come definite ai fini ISEE (allegato 3 al regolamento ISEE, di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 5 dicembre 2013, n. 159).
Come richiedere il Reddito di cittadinanza
Il Reddito di cittadinanza può essere richiesto e gestito direttamente online tramite SPID, ovvero, un'identità digitale unica di accesso che consente di utilizzare, i servizi online della Pubblica Amministrazione e dei  privati accreditati. Se sei già in possesso di un'identità digitale, accedi con le credenziali del tuo gestore per richiedere il Reddito di Cittadinanza  completamente online. Se non hai ancora un'identità digitale,  richiedila ad uno dei gestori.
In alternativa, può essere richiesto tramite un CAF o un ufficio postale, presentando la domanda di reddito di cittadinanza .
Decadenza dal Reddito di cittadinanza
Vi sono determinate circostanze in cui il Reddito di cittadinanza può essere perso o ridotto.
Si prevede la decadenza dal Reddito di cittadinanza quando uno dei componenti il nucleo familiare:
  • non effettua la dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro;
  • non sottoscrive il Patto per il lavoro ovvero il Patto per l’inclusione sociale;
  • non  partecipa, in assenza di giustificato motivo, alle iniziative di  carattere formativo o di riqualificazione o ad altra iniziativa di  politica attiva o di attivazione;
  • non aderisce ai progetti utili alla collettività, nel caso in cui il comune di residenza li abbia istituiti;
  • non accetta almeno una  offerta di lavoro oppure, in caso di  rinnovo, non accetta la prima offerta di lavoro;
  • non comunica l’eventuale variazione della condizione occupazionale oppure effettua comunicazioni mendaci producendo un beneficio economico del  Reddito di cittadinanza maggiore;
  • non presenta una DSU aggiornata in caso di variazione del nucleo familiare;
  • venga trovato, nel corso delle attività ispettive svolte dalle competenti  autorità, intento a svolgere attività di lavoro dipendente, ovvero attività di lavoro autonomo o di impresa, senza averlo comunicato.
Chiunque presenti dichiarazioni o documenti falsi o attestanti cose non vere oppure ometta informazioni dovute è punito con la reclusione da due a sei anni. È prevista, invece, la reclusione da uno a tre anni, nei casi in cui si ometta la comunicazione all’ente erogatore delle variazioni di reddito o patrimonio, nonché di altre informazioni dovute e rilevanti ai fini della revoca o della riduzione del beneficio. In entrambi i  casi, è prevista la decadenza dal beneficio con efficacia retroattiva e  la restituzione di quanto indebitamente percepito.
Se l’interruzione della fruizione del Reddito di cittadinanza avviene per ragioni diverse dall’applicazione di sanzioni, il beneficio può essere richiesto nuovamente  per una durata complessiva non superiore al periodo residuo non goduto. Nel caso l’interruzione sia motivata dal maggior reddito derivato da una modificata condizione occupazionale e sia decorso almeno un anno  nella nuova condizione, l’eventuale successiva richiesta del beneficio  equivale a una prima richiesta.

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